Prevenire l’ipertensione: quali sono le strategie utili e perché è importante?

Che cos’è l’ipertensione?

Quando si parla di ipertensione, si fa riferimento ad un aumento della pressione arteriosa, cioè la pressione che il sangue esercita scorrendo all’interno dei vasi sanguigni.

Nello specifico si misurano due valori: la “massima”, o pressione sistolica, cioè quella con cui il cuore, contraendosi, pompa il sangue nelle arterie per distribuirlo ai tessuti; e la “minima”, o pressione diastolica, cioè quella con cui il sangue fa ritorno al cuore.

Quali solo i valori soglia ottimali della pressione arteriosa?

In generale, i valori considerati ottimali non dovrebbero superare i 130 mm Hg per la massima e gli 80 mm Hg per la minima. Si parla di ipertensione quando la massima supera 140 mm Hg e la minima 90 mm Hg. La pressione arteriosa può variare: può essere più elevata durante uno sforzo fisico o con emozioni forti; si riduce invece durante il riposo e il sonno. Anche con l’avanzare dell’età, un aumento dei valori pressori rispetto a quelli raccomandati è sempre da controllare perché dannosi per il benessere cardiovascolare. Infatti, l’ipertensione affatica il lavoro cardiaco, rendendolo meno efficiente. Non va dimenticato poi che anche il lavoro dei reni è condizionato dalla pressione arteriosa, con rischio di insufficienza renale in caso di ipertensione cronica. Anche a livello oculare, i piccoli capillari, se sottoposti a ipertensione, possono risentirne determinando problematiche alla vista.

Ma da cosa viene determinata l’ipertensione?

La pressione arteriosa è finemente regolata da meccanismi nervosi e ormonali a seconda delle condizioni in cui si trova l’organismo. Questi meccanismi possono talvolta essere disturbati da patologie particolari, a volte invece disturbati da condizioni che possiamo in parte correggere. Tra queste ricordiamo in particolare: lo stress emotivo e fisico, un’alimentazione troppo ricca di sale, il consumo elevato di bevande alcoliche e il sovrappeso.

Quali strategie utili alla prevenzione possiamo adottare?

Innanzitutto, l’attività fisica moderata ma costante permette di mantenere una buona circolazione e favorisce il mantenimento dell’elasticità dei vasi. Il benessere delle pareti dei vasi è favorito anche da un corretto apporto alimentare di sostanze preziose come la vitamina C, che troviamo soprattutto negli agrumi, nei kiwi, nei peperoni e nelle fragole. È importante poi la riduzione del sale aggiunto ai cibi, ma anche limitare il consumo di cibi che ne sono ricchi, come formaggi stagionati, salumi e insaccati, prodotti da forno salati e snack vari. Non ultimo, dedicare un piccolo spazio a tecniche di rilassamento, utili per imparare a gestire momenti di pressione nella vita quotidiana.

E se ci fosse bisogno di un aiuto in più?

Anche in questo caso la Natura ci offre delle sostanze utili come il Biancospino, che favorisce il rilassamento delle pareti delle arterie, e l’Olivo, che contribuisce a mantenere la regolarità della pressione arteriosa. Non dimentichiamo gli Omega-3, che favoriscono il benessere cardiovascolare in generale, grazie all’azione antiinfiammatoria e riducendo i trigliceridi circolanti.

Approfondimento curioso: strategie per ridurre il consumo di sale

Attualmente consumiamo fino a 10 volte il quantitativo massimo di sale raccomandato. Inoltre, la maggior parte del sale che assumiamo non è quello che aggiungiamo direttamente noi, ma è quello “nascosto” nei cibi. È pertanto buona abitudine leggere sempre le etichette e scegliere prodotti con basso contenuto o senza sale aggiunto. La normativa europea prevede le seguenti indicazioni sugli alimenti relativamente al sale:

  • “a basso contenuto di sale” vuol dire meno di 0,3 g/100 g (o mL);
  • “a bassissimo contenuto di sale” meno di 0,1 g/100 g (o mL);
  • “senza sale” meno di 0,0125 g/100 g (o mL).

Possiamo considerare alto il contenuto di sale in un alimento quando è superiore a 1-1,2 g/100 g (o mL). Ricordiamo che le linee guida raccomandano una quantità massima di sale pari a 5 grammi al giorno, che corrisponde a circa un cucchiaino. Qualche esempio di cibi ricchi di sale: salumi e insaccati, prodotti in scatola o in salamoia, formaggi, crackers e altri prodotti da forno, biscotti e prodotti per la colazione confezionati, pizza, sughi pronti, patatine fritte, dado da cucina e salsa di soia.

Cosa possiamo fare?

Per ridurre il consumo di sale è essenziale

  • riscoprire i sapori semplici e genuini, mangiando in abbondanza cibi freschi, non raffinati e riducendo l’uso di prodotti confezionati;
  • sostituire il sale da tavola con il sale marino integrale o, meglio ancora, con il GOMASIO, un condimento ottenuto con semi di sesamo tostati e mescolati con il sale marino;
  • via libera a erbe aromatiche e spezie per insaporire i cibi: rosmarino, salvia, menta, basilico, prezzemolo, ma anche paprika, peperoncino, curry e altre.

Ricetta fai-da-te del GOMASIO

La classica ricetta del Gomasio prevede un cucchiaio di sale integrale biologico per 7 cucchiai di sesamo. Si possono poi variare le proporzioni a seconda dei gusti e delle esigenze.

  • tosta leggermente il sesamo in forno o in padella a fuoco lento (stando attenti a non scurirlo!)
  • mescolalo al sale (anch’esso leggermente tostato per far evaporare il cloro) e infine tritura il tutto utilizzando un mortaio di terracotta e un pestello di legno (in alternativa un frullatore).